Il Consiglio d'Amministrazione dell'Associazione FLORIAN METATEATRO Onlus è così composto:

 

Anna Vellaccio in arte Giulia Basel – Presidente, Legale Rappresentante e Direttrice Artistica

 

Massimo Vellaccio – Vice Presidente e Direttore Organizzativo

 

Pippo Di Marca - Consigliere e Co-Direttore Artistico

 

Il Consiglio d'Amministrazione è stato rinnovato per un triennio dall'Assemblea dei Soci in data 05 marzo 2024.

 

Si precisa che nessun compenso specifico ed ulteriore viene corrisposto ai suddetti Consiglieri e Direttori in quanto già retribuiti per il loro impegno artistico.

 

 

Identificativo fiscale: 00275690683

Ultimo contributo MiC  assegnato per l'anno 2022: € 294.585,00

Ultimo contributo Regione Abruzzo assegnato per l'anno 2022: €  85.030,79

Comune di Pescara  per l'anno 2023:   € 5.000,00

 

Importi incassati nell'anno 2023:

da Ministero della Cultura:

01/06/2023    saldo contributo dell'anno 2022   €  80.625,57

24/08/2023   anticipazione contributo dell'anno 2023   €  199.728,63

 

da Regione Abruzzo:

15/03/2023    anticipazione contributo dell'anno 2022   €  55.270,01

13/09/2023    integrazione contributo 2022   €   24.794,52

 

 

da Regione Abruzzo/MiC - Residenze Artisti nei Territori - Progetto Oikos:

11/05/2023   Anticipazione per Anno 2022   € 40.600,00

14/09/2023   Saldo per Anno 2022   €  10.150,00

19/10/2023   Anticipazione per Anno 2023   € 40.600,00

 

 

 CONSULENZE ricevute nel corso dell'anno 2023

Studio  Candeloro -  Commercialista - Consulenza fiscale      €   2.992,26

Lettera d'incarico del 19/12/2022

Studio Lucia Merola - Consulente del Lavoro    €   3.950,00

Lettera d'incarico del 20/12/2022

TOTALE  CONSULENZE     €   6.942,26

 

 

Si allegano di seguito i curricula vitae dei suddetti Consiglieri e Dirigenti.

 

CURRICULUM DI ANNA VELLACCIO in arte Giulia Basel. Attrice e regista. Direttrice Artistica.

 

Nata a Reggio Emilia il 17/10/53.Laureata in Giurisprudenza. Dopo essersi formata artisticamente e culturalmente a Roma e a Bologna, nel 1978 fonda, con Massimo Vellaccio, la Compagnia Florian, con sede in Pescara, nella conduzione della quale convoglia le sue energie ed alla cui Direzione Artistica si dedica ininterrottamente da più di 40 anni.

È attrice protagonista di moltissimi spettacoli della Compagnia, dei quali ha curato spesso anche la parte visiva (scene, costumi, disegno luci), la drammaturgia e negli ultimi anni anche la regia.

Nella stagione 1987/88, dà vita al progetto che segnerà una svolta fondamentale nel percorso della Compagnia Florian: il progetto FLORIAN ESPACE che realizzerà il passaggio da pura compagnia di ricerca e sperimentazione a realtà inserita stabilmente in un territorio geografico di riferimento, gettando così le basi per la costruzione di un centro di produzione e promozione teatrale in Abruzzo.

Dal 1988 è dunque Direttrice Artistica anche delle tante manifestazioni, programmazioni teatrali e rassegne di teatro, musica, danza, e delle innumerevoli iniziative culturali di arte, letteratura, video, incontri, dibattiti, laboratori, seminari che hanno avuto luogo nei teatri e negli spazi direttamente gestiti - il Florian Espace, lo Spazio Alici e il Teatro Michetti a Pescara; il Teatro Acquaviva di Mosciano S.Angelo (TE), il Teatro Comunale di Pratola Peligna (AQ), il Teatro Comunale di Città Sant'Angelo (PE) - ed in luoghi della città quali il Teatro D’Annunzio, l’Auditorium Flaiano, l’Aurum, il Museo delle Genti d’Abruzzo con i quali vi è un rapporto di collaborazione continuativa ed il nuovo Spazio Matta a Pescara, gestito dall'Associazione Artisti x il Matta di cui Giulia Basel è socia.

Negli ultimi anni si è impegnata sempre di più nella direzione artistica con uno sguardo molto attento alle generazioni più giovani, anche attraverso la convinta adesione al Premio Scenario - il Florian ne è socio dal 2002 - per il quale ha fatto parte più volte dell'Osservatorio Critico.

 

 

CURRICULUM DI MASSIMO VELLACCIO. Attore e Direttore Organizzativo.

 

Nato a Chieti il 21 febbraio 1956, è laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Bologna.

Studia con il Prof. Lamberto Trezzini, presso il D.A.M.S. di Bologna, Organizzazione e Economia dello Spettacolo.

Nella stagione 1978/79 lavora a Roma con il regista Giuliano Vasilicò, come attore e assistente, al progetto di messa in scena de "L'uomo senza qualità" di Robert Musil.

Nel 1978 fonda, insieme a Giulia Basel, la Compagnia FLORIAN, con la quale porterà in scena da attore protagonista più di venti spettacoli teatrali, tra i quali "Wagner", "Holderlin", "Fascino: Luisa Ferida e Osvaldo Valenti",

"Kazak - Il destino probabilmente" Premio Anticoli Corrado 1981, "E' Autunno, signora" Premio Flaiano 1982, "Il caso Papaleo", "Così è se vi pare" (nel ruolo di Laudisi), "Sogno di una notte di mezza estate" (nel ruolo di Oberon), "La locandiera" (nel ruolo del Marchese di Forlipopoli).

Come attore ha lavorato in teatro con Giuliano Vasilicò, Gian Marco Montesano, Guido Ferrarini, Pino Di Buduo, Walter Manfrè, Claudio Di Scanno,  e per la RAI in diversi radiodrammi per la regia di Mario A. Di Iorio, Silvio Araclio e Andrea Camilleri. 

Ha inoltre curato la produzione degli ultimi spettacoli teatrali di Giorgio Marini e di Enrico Frattaroli.

Ha partecipato ad importanti Festival internazionali di Teatro in Svezia, Austria, Brasile, Francia, Belgio, Spagna e Danimarca, ospite dell’ Odin Theatre di Eugenio Barba.

Nel 1988 dà vita al FLORIAN ESPACE, sede stabile della Compagnia FLORIAN in Pescara, nonchè Centro di un vasto progetto di promozione teatrale e culturale sul territorio della città e della regione, che porterà al riconoscimento, nell'anno 2000, a Teatro Stabile d'Innovazione, e poi all’apertura di altri due teatri: lo Spazio Alici di Pescara e il Teatro Comunale di Pratola Peligna.

Dalla creazione del Centro FLORIAN ESPACE ha modo di ampliare ed affinare le sue capacità amministrative ed organizzative, occupandosi di tutti gli aspetti della gestione di un organismo stabile di produzione teatrale e di promozione e ospitalità.

Dall’anno 2000 è condirettore del FLORIAN Teatro Stabile d’Innovazione per la Sperimentazione, ora Florian Metateatro Centro di Produzione Teatrale di Innovazione.

 Dal 2016 è membro del Direttivo dell'Associazione Scenario.

 

 

CURRICULUM DI PIPPO DI MARCA. Autore e regista.

 

E’ presente con ampia voce nel Dizionario dello Spettacolo del ‘900 (Baldini e Castoldi) e in numerose altre enciclopedie dello spettacolo 

 

Pippo Di Marca, regista, attore, performer, drammaturgo, siciliano di nascita, vive e lavora a Roma fin dagli anni ’60. Dopo varie esperienze in sintonia con le più avanzate neoavanguardie italiane, nel 1969 esordisce come attore ( ne “ L’imperatore della Cina”, testo del 1916, opera dello scrittore ‘dadaista’ Georges Ribèmont-Dessaignes ) con Giancarlo Nanni al Teatro La Fede di Roma. Nello stesso teatro, dopo aver formato un suo gruppo autonomo, La Compagnia del Meta-Teatro, Pippo Di Marca debutta come regista (1971) con lo spettacolo Evento-Collage n.1. A partire da allora, grazie al suo nomadismo culturale, ai suoi soggiorni all’estero ( Berlino, Parigi, New York, San Francisco ecc..) e all’incontro con l’antipoetica surrealista e dada o col movimento Fluxus, sviluppa negli anni un “teatro aperto, visionario e totale” capace di manifestarsi in una gamma ‘in-definita’ e ‘in-esauribile’ di ‘contaminazioni’, esiti , esperimenti: vuoi sul piano performativo, di confronto-scontro continuo con le arti visive; vuoi sulle poetiche del corpo come movimento in musica; vuoi sulla musica come ‘anima e dinamica ’ essenziali del teatro, siano manifeste che dissimulate, puramente interiori ; vuoi come scrittura scenica per drammaturgie letterarie, o di derivazione e contaminazione filmiche, ecc… Il tutto nella temperie al tempo stesso estetica, poetica e ideologico-politica di quegli anni: che comunque Di Marca, al contrario di tanti altri, ha saputo viva, mantenere integra e intatta nel tempo, e fino a tutt’oggi.

 

In questi suoi ‘viaggi’ reali e mentali, ‘concettuali’ - sempre in bilico tra una lucidità nutrita di ironia e sarcasmo di fronte all’ ‘hilarotragedia’ della storia e del mondo e una ‘metafisica’ dell’arte assunta ‘fisicamente’, nel ‘corpo’ dell’artista, attraverso il suo ‘gesto’ e le sue ‘azioni sceniche’ o i suoi spettacoli - ha incontrato e attraversato, fin dagli anni ’70, artisti, scrittori, poeti, pittori tra i più importanti e innovatori, tra i più ‘radicali’ dell’800 e del ‘900, quali Wilde-Mallarmé, Tzara, Picabia, Apollinaire, Joyce, Genet, Artaud, Beckett, Valery, ma soprattutto Lautréamont e Duchamp, i suoi maestri ‘ideali’ , i suoi ‘fari’ ( insieme, sul versante italiano, dei suoi contemporanei, a Carmelo Bene e Leo de Berardinis, gli artisti italiani a cui era ed è rimasto più legato). A Lautréamont ha dedicato uno spettacolo memorabile: “Il conte di Lautréamont rappresenta i Canti di maldoror”. Quanto a Duchamp, una lunga stagione del suo lavoro si è compiuta nel ‘segno’ di Duchamp: una sorta di immedesimazione-trasfigurazione ‘ironica’ passata per una serie di spettacoli o azioni sceniche realizzati in Italia e negli Stati Uniti ( dai “meta-martedì” nel suo appartamento-studio, a “Omaggio a Duchamp n.I e n. 2”, ad “Autoesposizioni n.1, n.2, n.3”, a “Chess game with girl, even”, a “Through the looking glass”, a “Black out”, a “Erratum Musical”, “Jura-Paris: Big Bang Agency”, “Violer d’Amores”, “Admiral’s Men” ).

 

Come regista e attore Pippo Di Marca si è inoltre cimentato, nel corso di un’attività ultraquarantennale, con testi e sollecitazioni/attrazioni letterarie, poetiche o filmiche assunte e poi trasfigurate fino a diventare espressioni profonde della sua ‘autobiografia’ artistica che si è nutrita negli anni di esperimenti e ‘contaminazioni’ permanenti, accostamenti rigorosi e al tempo stesso ‘vertiginosi’, ‘impossibili’, alla ricerca costante dei ‘punti di rottura’. Sono così nati, oltre al Lautrèamont/Maldoror e alle cre/azioni sceniche di cui s’è già detto, “ Salomé abstraction” da Wilde-Mallarmé , “ Carmen “ da Bizet-Merimée, “ Santo Genet commediante e martire” da Genet-Sartre, “ I Negri” dalla vita-opera di Genet, “Target-Lulu” da Wedekind-Pabst-Webern, “La Cognizione del dolore” da Gadda , “ Diceria dell’Untore” da Bufalino, “Potrait Abstrakt” da Perturbamento di Bernhard, “ Storie naturali” da Sanguineti, “Giorni Felici” da Beckett-Peckinpah, “Per Terra Mota” da Full metal jacket di Kubrick, “ La tana” da Kafka, “ Bersagli” da Blade Runner di R. Scott, “Frammenti d’Urbe” da Manganelli-Greenway-Petrolini, “Pedro Paramo” da J.Rulfo, “ Molly Bloom Labelle “ da Joyce, “ L’alchimista di Girgenti” e “ Pirandello Impromptu” da Giganti/Sei personaggi/Altro di Pirandello e da Artaud, “Conversazioni in Sicilia” da Vittorini, “ Pi come Pinocchio” da Collodi ecc.. Altrettanta appassionata e ‘immedesimata’ attenzione Pippo Di Marca “regista” ha dedicato ai grandi testi e autori del teatro ‘moderno’, in una sorta di deferente atto dovuto, ma tutt’altro che gratuito, anzi spesso scardinante e ‘infedele’. Sono così nate le sue straordinarie rivisitazioni di Ibsen, in particolare “John Gabriel Borkman” e “Hedda Gabler”; i suoi visionari’ e crepuscolari Cechov , in particolare “Ballata sulla fine del giardino”( da Il Giardino dei ciliegi e La fine del Titanic di Enzensberger) e “ Il Gabbiano”; la sua epopea-summa strindberghiana in “Strindberg Sonata” . E infine naturalmente si è confrontato con Shakespeare ( La tempesta riscritta come “Il Pasto dei ciechi” , un barbarico, ‘selvaggio’ “Ex Hamleto” e “Romeo e Giulietta ovvero complessi bandistici della nobile Verona ”, come scontro tra band-bande in un dopo 11 Settembre) e soprattutto con Beckett , di cui ha messo e stravolto in scena in folli e sofferti ‘divertissiment’ - non a caso facendosene carico in prima persona come attore, per eccesso d’amore, alla maniera di Carmelo Bene con gli autori da lui più amati - i tre capolavori: “Giorni Felici (Beckett Cantata)”, “Aspettando Godot” e “Finale di partita”. Negli ultimi due Beckett, così come in parecchi altri spettacoli, letture e assoli recenti e meno recenti e come nelle performances degli inizi, è tornato in scena anche in veste di ‘attore’ dei suoi spettacoli sulla scia della lezione di Carmelo e di Leo (e talvolta come espresso omaggio : “Pi come Pinocchio” , 2006 e “Essere e non Essere”, scritto insiemna a Giancarlo Dotto, 2012, ad esempio, in 'memoriam' di Carmelo) a questi due grandi.

 

Nelle ultime stagioni sono, tra l'altro, da segnalare:

 

nel 2009, una straordinaria rilettura - a 40 anni dal suo debutto assoluto come attore di Giancarlo Nanni con lo stesso testo – de “ L'Imperatore della Cina” di Geroges Ribèmont-Dessaignes, il testo teatrale più importante ed emblematico diel movimento dada, una denuncia iperbolica e crudele della idiozia di ogni guerra che raggiunge vertici di inarrivabile grottesco, superiori all'Ubu Roi di Jarry;

 

a partire dal 2011 una intera 'tetralogia' su e da Roberto Bolano, uno scrittore poeta cileno, morto nel 2003, e unanimemente considerato, nell'ambito della letteratura ispano-latino-americana, l'erede legittimo di giganti come Cervantes, Borges e Cortazar. Gli spettacoli della tetralogia sono “ La Linea spezzata della Tempesta”, 2011, “La parte di Bolano: il Quinto Cavaliere”, 2013, “ Passeggero Bolano (la nave dei sei personaggi)”, 2014, “Il Deserto di Sonora”, 2015. Pippo Di Marca è stato il primo in Italia a 'scoprire' e far conoscere questo scrittore cileno di cui ha scandagliato in un connubio inscindibile vita e opera.

 

Gli spettacoli, oltre sessanta, e le performances di Pippo Di Marca sono stati rappresentati o hanno avuto luogo in vari festival italiani (Chieri, Salerno, Santarcangelo, Formello, Mittelfest, Palermo di scena ecc..) e in importanti festival, rassegne musei o gallerie d’arte nazionali e internazionali, tra cui Nancy, Avignone, Paris-Saint Denis, Caracas, Città del Messico, Oslo, Stavanger, Moma di New York, Philadelphia Museum ecc..

 

Di Marca ha inoltre realizzato uno spettacolo teatrale per la televisione italiana, “Notturno Fabulatorio” ( da Hawthorne) e numerose opere di video-teatro, in particolare trasposizioni in video dei suoi spettacoli. Ed ha pubblicato diversi libri: “Scrivere il Teatro” ( Bulzoni Editore), “Meta-Teatro e oltre”  (Edizioni del Meta-Teatro), “Tra memoria e presente” (Artemide Edizioni), “Percorsi nel tempo” (Archivi del Sud) e il romanzo “ Brasile, addio”  (Archivi del Sud). Il suo ultimo libro, “ Sotto la tenda dell'avanguardia”, pubblicato da Titivillus nel 2014, ripercorre tutta la “storia” del teatro di innovazione e di ricerca italiano, dalla fine degli anni 50 fino al 2013; e si pone come una summa estetico-antropologica di un fenomeno che ha mutato irreversibilmente nel nostro paese il modo di intendere e di praticare il teatro. Tant'è che il testo è già stato adottato in alcuni corsi universitari. Altri suoi interventi sono stati pubblicati dalle seguenti riviste: Quarta Parete n.3 e n.4 (Stampatori Editore), Rivista Italiana di drammaturgia (Idi), Produzione e Cultura (Sindacato Nazionale Scrittori), Patalogo (Ubulibri, diverse anualità), Teatroltre (Bulzoni Editore), Spirali, Sipario, Ridotto, Next, ecc…

 

E’ presente con ampia voce nel Dizionario dello Spettacolo del ‘900 (Baldini e Castoldi) e in numerose altre enciclopedie dello spettacolo 

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